mercoledì 27 luglio 2011

Recensione - The king of dragons

Prima di tutto devo dire una cosa: in questo gioco sono un drago. Ahahahah AHAHAH no seriamente, è uno dei pochi in cui non faccio cagare, ragion per cui ha sempre occupato un posto di riguardo nel magico mondo della mia simpatia.

Era il lontano 1991 quando uscì The king of dragons per la capcom, il di cui gioco narra che nel lontano c'era una volta succede che il drago rosso ha schiacciato la pace sotto la coda, e deve essere fermato. Poi ci sono un fottio di mostri dappertutto. Ma. MA. Specialmente al castello del nord. Insomma, cos'altro fare di fronte a motivazioni così toccanti se non incamminarci verso nord (allungandola in un giro panoramico sul versante est adriatico, visto che ci siamo)? si, lo so, sono le solite menate delle quali, a noi, portasega ma lasciatemici credere cinque minuti, commuovere, perdio.

Per assolvere all'eroica impresa di recuperare la malconcia pace da sotto la coda del drago avremo a nostra disposizione cinque poderosi (?) tarpani, di quello stampo a cui i poemi epici ci hanno ormai viziato.

Il gioco ci offrirà questa schermata più volte nel corso della partita (si, senza che crepiate potrete selezionare un altro piggì all'inizio di alcuni livelli), con i due semiumani burlescamente ghettizzati ai lati della formazione.
Il primo, il guerriero, è anche quello che trovo il più inutile della combriccola. Ha più attacco degli altri immagino, ma essendo spadamunito deve buttarsi in scontri fin troppo ravvicinati e la cosa solitamente lo vede uscire meno felice di come ne fosse entrato, anche perchè l'hanno fornito di meno resistenza del suo amico chierico: un grosso culturista in armatura (culturista a sua volta, altrimenti non ci si spiega com'è che è così grosso) che nel rispetto della tradizione ruolistica, non usa armi da taglio perchè la compassione di dio gli impone di fracassare le ossa degli avversari a suon di mazzate contundenti per poi lasciarli agonizzanti a terra, a morire di atroci contusioni e fratture.
Il ben più etico (re) magio scaglierà ondate di energia contro i propri avversari, con una cadenza di fuoco tale da non lasciare insoddisfatti gli affezionati dell'autofire. Inoltre sono botte assurde, migliori dei fendenti del guerriero. Queste avranno un'area di attacco inizialmente limitata ad una sferetta evanescente per poi progredire nel raggio offensivo probabilmente più soddisfacente fra tutti i personaggi. Ovviamente, essendo mago, per contratto deve morire con due colpi anche se mi è parso più resistente dell'elfo. Il primo rappresentante delle razze alternative è coincidenzialmente il mio personaggio preferito; i suoi attacchi hanno il raggio più ampio (bella forza arrivare più lontano di una sciabolata con l'arco) ma questi non dispongono della stessa cadenza di fuoco del mago, inoltre non evolveranno molto come area d'attacco. L'elevato reach delle frecce però, che copriranno agilmente tutta la schermata, permette un gioco particolarmente tattico quando lo si utilizza. O almeno ci spero, essendo quello che so usare meglio lo spaccio ovviamente come il personaggio adatto ai giocatori fighi.

Attenzione! da vicino l'elfo, ci spiega la descrizione del gioco, non può maneggiare troppo abuso.
Finora ho parlato di progressioni ed evoluzioni, di cosa si tratterà mai? strani concetti per un picchiaduro a scorrimento. Ebbene si, il buon re dei draghi propone non uno ma tre diversi sistemi di livellaggio. Il primo per il personaggio stesso (aumenterà ogni parametro), il secondo per l'arma (incremento dell'attacco) ed il terzo per un qualcheccosa inutile che varia da personaggio a personaggio. Scherzo, non è inutile, però è veramente differente per ogni eroe. Presumibilmente aumentano la difesa del personaggio, tranne per l'elfo (a meno che arco o frecce contribuiscano all'abilità difensiva).
Volutamente lasciato per ultimo il nano, perchè l'ho giocato troppo tempo fa e di lui non ricordo assolutamente niente. Penso fosse il più basso di tutti.

I livelli sono un bel po', sedici, ma molti di questi sono piuttosto corti. Solitamente arriveremo al boss dopo una breve scampagnata in compagnia dei nostri amici orchetti, scheletri o arpie svolazzanti. La varietà dei mostri appare adeguata per la lunghezza degli stage non certo sufficente a farveli venire a noia.

Non è certo cosa da tutti essere il buddy di un treant. Che ti butta li pure un bel potenziamento.
I boss sono abbastanza variegati nell'aspetto e nelle tecniche richieste per abbattarli, sono un buon numero benchè vi verranno comunque inevitabilmente riproposti con palette swap ed accoppiamenti dei più promiscui.
Gli attacchi a disposizione per maciullare le orde di cattivoni non sono moltissimi, anzi sono pochi. Un fattore questo che generalmente mi infastidisce, ma unito al susseguirsi di tattiche (essendo i livelli piuttosto corti, anche i boss risultano ravvicinati rispetto ad altri titoli), alla profonda diversità dei personaggi (pure parametri come velocità e salto sono diversi, ed anche la rapidità con cui progrediranno nei livelli non è uguale) e certamente anche grazie all'atmosfera in cui riesce a catturare (con frequenti cambi di scena), stavolta non mi è parsa una grande limitazione, anzi.

Il mago che se la giobba di essere arrivato al sesto livello.
Un gameplay quindi mai frenetico, che permetterà di godere delle differenze dei vari personaggi dai semplici comandi di gioco. In questa avventura potremo attaccare (e grazie al cazzo), saltare, e premendo contemporaneamente i due tasti lanciare una magia che colpirà tutti i nemici sullo schermo, togliendo un po' dei vostri punti vita. Quei tamarri degli scudodotati potranno pure effettuare una parata se al momento del colpo premeranno una direzione differente da quella da cui proviene l'attacco. Il tempismo è importante.

Concludo ricordando(mi) che pure i personaggi che usano armi da corpo a corpo possono spammare attacchi con l'autofire. (forse anche il nano).
E dicendovi che, vista l'esigua varietà di mosse presenti nel gioco, per la disperazione di tutti l'immancabile rubrica HO TROVATO LA MOSSA! HO TROVATO LA MOSSA! è invece mancata.

Si, lo so, avevo già concluso ma mi sono appena accorta che in una parte di questa recensione mi sono contraddetta, e pesandomi il culo ho preferito trovarla ironica e non correggerla. Alla prossima!

1 commento:

  1. Bel gioco, davvero! Ho sempre preferito il cleric per i motivi che hai riportato... Sai, cose come compassione e simili.
    In effetti è uno di quei pochi giochi in cui potresti addirittura farti diversi livelli senza doverci buttare altre monete (ammicco ammicco).

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